Bergamo monumento ai Caduti fascisti ora distrutto
Dopo l’8 Settembre 1943, il P.F.R. bergamasco si ricostruisce subito. In tre mesi può contare sulle seguenti forze: Fascio di Bergamo 1.091 iscritti uomini, 360 donne e 90 al G.U.F., per un totale di 1541 in città; in provincia si sono costituiti 33 Fasci e altri 70 sono in via di costituzione, iscritti maschi 944, femmine 157, e 40 al G.U.F., per un totale di 1.141. Il P.F.R. conta su 2.582 iscritti che arriveranno all’inizio del 1944 a 4.000. Numero non certo esiguo se calcolato nella realtà drammatica di una guerra fratricida e ormai persa.
PAOLO ROSA E GIUSEPPE CORTESI DI LOVERE
UCCISI IL 29 NOVEMBRE 1944
I PRIMI CADUTI DELLA R.S.I. DELLA BERGAMASCA
8 GIUGNO 1945
Emilio Le Pera e
Francesco De Vecchi
Rapiti dai partigiani
dall’ospedale e gettati vivi nel lago. Questa è un’altra storia dimenticata da
tutti. Ma è una delle più tragiche di quei tristissimi giorni. Non si impara a
scuola. Sono passati esattamente 72 anni da quel massacro che ora rievocheremo.
Lovere, in provincia di Bergamo, sul lago d’Iseo, fu teatro della una morte
atroce di due giovanissimi legionari della Tagliamento della Repubblica Sociale
Italiana, Emilio Le Pera e Francesco De Vecchi, uccisi dai partigiani l’8
giugno 1945, a guerra finita da un pezzo. Le circostanze atroci in cui sono
morti Le Pera e De Vecchi meritano di essere ricordati, perché purtroppo la
sorte di questi due ragazzi è spesso “oscurata” da quella, altrettanto atroce,
dei 43 giovani, anche loro della Rsi, avvenuta qualche giorno prima a Rovetta.
La storia nella zona è molto nota, ma è stata raccontata in diversi libri, tra
cui quello di Giampaolo Pansa I gendarmi della memoria. Le Pera e De Vecchi
furono torturati e gettati vivi nel lago d’Iseo. De Vecchi e Le Pera erano due
militi della Tagliamento. Dopo uno scontro armato con i partigiani, alcuni
legionari rimasero feriti, tra cui Le Pera, 22 anni da Catanzaro, rimasto
gravemente ferito alle gambe, e De Vecchi, 19enne nato nell’Alessandrino.
Trasferiti all’ospedale di Lovere, rimasero degenti vegliati dalle loro
famiglie. I partigiani garibaldini erano frattanto arrivati a Lovere, e i
superstiti militi della Gnr si arresero a loro. Il 30 aprile vennero tutti
fucilati all’esterno del cimitero. Lo strazio delle madri che tentavano di
fermarli Intanto i due feriti soffrivano atrocemente, erano sedati con la
morfina. Ciononostante, secondo le testimonianze, i partigiani, dopo una cena
in una vicina trattoria, da Cino, decidevano di assassinarli. Già nei giorni
precedenti entravano nell’ospedale per insultarli e minacciarli. Rammenta la
sorella di Francesco: “Tutti i giorni, dei partigiani venivano a trovare Beppe,
un loro compagno, ricoverato. Erano sempre percosse per mio fratello e per
l’amico Le Pera”. Il dottor Tullio Corazzina, medico del medesimo ospedale, in
un rapporto steso dai carabinieri locali, il 4 aprile 1957, così dichiarava:
“Ricoverati per numerose e gravissime ferite, i due furono durante la loro
degenza, soggetti di ripetute angherie e di continue minacce”. Finché, la sera
del 7 giugno arrivarono quattro partigiani armati e li portarono via di peso,
dopo aver tagliato i fili del telefono dell’ospedale. Alle famiglie che
cercavano di fermarli dissero che li avrebbero sottoposti a processo. Fu
un’altra menzogna: i due giovani agonizzanti vennero gettati in riva al lago,
sul molo di sant’Antonio, e percossi con sbarre di ferro. Alla fine, li
buttarono nel lago, probabilmente ancora vivi, anche se in condizioni
disperate. Giorno 8 giugno 1945: inutili le ricerche della madre e della
sorella dei due giovani: hanno cercato ovunque le due donne disperate. Hanno
chiesto, a tutti, ma nessuno conosce il fatto. Si trovano solo tracce di sangue
sul pontile, vicino al lago. Dei ragazzi non si hanno notizie. Riprendiamo la
deposizione del medico dell’ospedale di Lovere: “…prelevano, dal loro letto, i
due feriti sanguinanti e, sordi alle implorazioni di una madre, li trascinano
in riva al lago e, dopo averli seviziati, li gettarono nelle acque”. Il lago
d’Iseo non restituirà mai più i loro corpi. Fu un’efferatezza ingiustificabile:
se è già grave uccidere dei prigionieri senza processo e a guerra finita,
torturarli e assassinare prigionieri feriti è una colpa ancora peggiore.
Bastano episodi come questo, in mancanza di scuse e di pentimento, per gettare
fango sulla lotta partigiana, anche perché non ci sono notizie che i colpevoli
siano stati mai sottoposti a processo.
di ANTONIO PANNULLO
CARTELLE CLINICHE DI DE VECCHI E LE PERA
Dalla cartella clinica intestata a LE PERA EMILIANO, redatta
all’Ospedale Mandamentale di Lovere si ricava che egli era nato il 1.2.1923,
che era studente, che fu ricoverato il 26.4.1945 che uscì il 8.6.1945. DIAGNOSI
: Frattura bilaterale del femore e delle gambe d’arma da fuoco con ritenzione
di schegge a sinistra. ANAMNESI E STATO PRESENTE: Ricoverato d’urgenza il 26
aprile 1945 perché gravemente ferito durante un conflitto fra partigiani e
militi della Tagliamento durante il periodo della liberazione. E.O.: Individuo
in gravissime condizioni generali. Agli arti inferiori numerose ferite d’arma
da fuoco bipassanti ed interessanti l’apparecchio scheletrico: fratture
(illeggibile) bilaterali dei femori al 1/3 medio e di ambedue le tibie pure al
1/3 medio aperte e sbrecciate con fuoriuscita di sostanza. Le annotazioni sulla
temperatura e altro proseguono fino all’8 giugno. In corrispondenza di tale
data si trova la seguente annotazione: ”Nella notte fra il 7 e l’8 giugno
alcuni individui armati di mitra sono penetrati a viva forza nell’ospedale ed
immobilizzato il personale, bloccato il telefono si sono caricati sulle spalle
il ferito sanguinante e quasi morente per il trauma inflittogli togliendolo dal
letto e con un compagno pure ferito gravemente e che giaceva nel letto accanto,
l’anno asportato dall’Ospedale sulla strada buia dove pare attendessero altri
con una macchina.” Dalla cartella clinica intestata a DE VECCHI FRANCESCO,
redatta dal l’Ospedale Mandamentale di Lovere, si ricava che era nato il 20.11.1925,
di professione contadino, entrato il 26.4.1945 e uscito il 8.6.45. DIAGNOSI:
Ferite multiple di arma da fuoco. ANAMNESI E STATO PRESENTE: Viene ricoverato
proveniente dall’Ospedale di Darfo per ferite multiple riportate in
combattimento (aggiunto dal Dott.Petrucci) Anche in questo caso in data 8
giugno 1945, aggiunto dal Dott. Petrucci, trovasi l’annotazione : “” ignoti
hanno invaso l’Ospedale e prelevato e trasportato in sede ignota.””
Relativamente alla vicenda del De Vecchi esiste una dichiarazione rilasciata ai
Carabinieri di Lovere dal Dott. Tullio Corazzina, che all’epoca prestava
servizio nell’Ospedale di Lovere. Con tale dichiarazione si ricostruisce nei
dettagli tutta l’infame vicenda.
Gino Lorenzi
uno dei tanti
giovani martiri, uno delle tante vittime sacrificali sull'altare della Patria
sconfitta. La colpa imperdonabile, quella di aver combattuto fino all'ultimo
giorno una guerra persa. Il sacrificio di Gino e dei suoi tanti camerati doveva
servire a festeggiare la vittoria delle fazioni in una Italia democratica e
liberata ma inesorabilmente sconfitta e punita impietosamente dal tracotante e
superbo nemico. Ecco la breve descrizione dei fatti:
A guerra finita il S. Tenente
Gino Lorenzi aveva deposto le armi nella cittadina di Oderzo e, con alcuni
camerati, si era incamminato verso casa a Bergamo. Giunto a Ponte di Piave, il
gruppo fu catturato da una banda di partigiani comunisti e rinchiuso nelle
carceri di Breda di Piave. Di qui, nella notte fra il 3 ed il 4 maggio, i
prigionieri vennero portati alla Cartiera Burgo di Mignagola ove, dopo aver
subito durissime percosse e sevizie inaudite, furono fucilati. Tutti ma non
Gino Lorenzi. Ostentava infatti una medaglia religiosa al collo ed alla
richiesta di rinnegare la Sua Fede oppose netto rifiuto. Fu approntata una
rozza croce legando due tronchi d'albero e i gloriosi "patrioti" Gli
dissero che, se non avesse rinnegato la Sua Fede, quella sarebbe stata la Sua
fine.Il giovane Ufficiale del Battaglione "M" d'Assalto
"Romagna" non tremò ne implorò salvezza: "La Croce che Gesù
Cristo ha portato non può far paura ad un Cristiano" si limitò a
pronunciare prima che lo inchiodassero. Così morì Gino Lorenzi, chiamato
da Dio e dal Destino a divenire un simbolo di suprema dedizione, di insuperato
ineffabile sacrificio per la Fede e per la Patria.
DA SINISTRA : ANGELO BERIZZI FEDERALE DI BERGAMO, UCCISO A VIMERCATE IL 29 APRILE - IL CAPITANO ALDO BONDIOLI UCCISO IL 28 APRILE - IL PROFESSOR VENTURINO VENTURINI, NOTISSIMA FIGURA DI EDUCATORE, PURE LUI TRUCIDATO IL 28 APRILE - IL CAPITANO ALDO RESMINI, COMANDANTE DELLA COMPAGNIA "OP", TRUCIDATO DOPO ORRENDE SEVIZIE IL 19 MAGGIO
ELENCO DEI MILITARI E CIVILI DELLA R.S.I.
CADUTI PER CAUSE BELLICHE
DALL'OTTOBRE 1943 AL 25 APRILE 1945
Agazzi Paolo
Aglietti Ernesto
Algisi Umberto
Alzate Marino
Amasio Severino
Angiletti Ernesto
Angrisech Michele
Arrigoni Giovanni
Baioni Rolando
Balzarini Franco
Bana Modesto
Bari Bertuletti Egidio
Baruel Rudolf
Basile Antonio
Bassi Giacomo
Bastianelli Gino
Battilana Arcangelo
Beaco Vittorio
Belani Mario
Belardinelli Carlo
Bellieri Ferdinando
Belloli Isidoro
Belloni Francesco
Belmonte Gennaro
Belotti Franco
Benaglio Sergio
Benedettucci Pasquale
Benedini Giulio
Berlendis Riccardo
Berrera Romano
Bertocchi Angelo
Bertulli Egidio
Beviario Franco
Beviario Giuseppe
Bianchi Antonio
Bignolini Aldo
Biondi Enrico
Birolini Paolo
Bitelli Bruno
Bizzarri Bruno
Boccazzi Renzo
Boglieno Annibale Felice
Bolis Guido
Bolognini Guido
Bonacina Carlo
Bonafede Benito
Bonaldi Attilio
Bonapace Franco
Bondioli Aldo
Bosatelli Alfonso
Boschini Giovanni
Bosticco Aldo
Bresciani Egidio
Bresciani Pietro
Bricalli Armando
Briglini Paolo
Brignoli
Brindesei Lamberto
Brugali Angelo
Bruno Andrea
Bruzzi Giovanni
Bugini Angelo
Bussola Ferruccio
Buttarelli Franco
Caccia Pietro
Caccia Samuele
Cacciarnatta Alessandro
Calvi Pietro
Cappelli Lorenzo
Caracuzzo Francesco
Carino Luigi
Carminati Pietro
Carrara Marino
Carrara Pietro
Carrara Romualdo
Casati Massimo
Caslini Cesare
Castellano Aldo
Castellini Romualdo
Cattaneo Alessandro
Cattaneo Aribaldo
Catullo Adolfo
Cavadini Gerolamo
Ceccarelli Aldo
Cerea Alberto
Chiappini Luigi
Chimenti Osvaldo
Ciacchi Ferruccio
Colleoni Mario
Cologni Alessandro
Colpani Giuseppe
Cornelli Virgilio
Cortese
Cortesi Giuseppe
Cortesi Luigi
Corti Carlo
Cortinovis Orlando
Corveddu Giovanni
Ignazio
Costa Genovese
Zerbino
Costa Giorgio
Costacurta Bruno
Crippa Evandro
Cristini Angelo
Francesco
Crotti Giovanni
Cruciani Bruno
Cruciani Domenico
Cuniberti Amedeo
Cutini Francesco
Dal Corobbo Mario
Dal Dura Bruno
Dal Porto Armando
Danza Michele
De Giorgio Arnoldo
Del Negro Nicola
Deleidi Giulio
Delia Santa
Di Paolo Raffaele
Di Staso Riccardo
Diani Luigi
Diani Mario
Donati Giuseppina
Donghi Aristide
Duci Luigi Francesco
Epis Giuseppe
Facaldi Angelo
Fantini Ezio
Farina Vittorio
Favettini Giovanni
Fenaroli Ottavio
Ferrari Trecate Mario
Fodera Carlo
Fontana Celeste
Foppa Michele
Fornelli Virginio
Fracassetti
Alessandro
Fuerini Aldo
Fusari Lorenzo
Fusunini Angelo
Gaffuri Luigi
Galiberti Carlo
Galizzi Valerio
Gamba Leone
Gambirasio Enrico
Gandola Antonio
Gandolfi Giuseppe
Gariboldi Aldo
Ghedini Raffaele
Ghezzi Franco
Ghilardi Davide
Ghilardi Mario
Ghio Ernesto
Gianella Sergio
Giani Alberto
Gibilardo Giuseppe
Giudici Giovanni
Giugliano Raffaele
Giuliani Ernesto
Giulianini Ferdinando
Gluntieri
Vercingetorice
Gobbi Giovanni
Goglio Alessandro
Gozza Natale
Gozzi Romano
Grandis Renato
Grassi Angelo Mario
Grazioli Benito
Grotti Giovanni
Gualdi Pietro
Gualeni Osvaldo
Gualtieri Alberto
Gualtieri Fermo
Guiducci Bruno
Gusmini Aldo
Gusmini Angelo
Guzzini Massimo
Imberti Lando
Impellitieri Michele
Lanfranchi Felice
Lanza Battista
Lapparelli Giovanni
Lazzari Emilio
Lecchi Antonio
Lillia Filippo
Locatelli Federico
Locatelli Giorgio
Locatelli Martino
Loglio Camillo
Lombardi Luigi
Longo Luigi
Lopresti Felice
Lorenzi Angelo
Lorenzi Camillo
Lorenzi Giovanni
Lorenzi Tarciso
Lorenzini
Lorenzotti Lucio
Lozza Natale Pietro
Lussana Costantino
Maestroni Angelo
Magni Giovanni
Magni Vittorio
Magrini Francesco
Mancinelli Luigi
Manenti Franco
Manenti Pietro
Mangili Bruno
Mangili Luigi
Manna Ugo
Manzoni Mario
Marcabruni Ugo
Marenzi Giuseppe
Marni Virgilio
Marino Antonio
Martel Martino
Martina Simeone
Martinelli Luigi
Martinolli
Mazza Ernesto
Mazzarella Armando
Mazzoleni Vittorio
Medaglia Carlo
Domenico
Medolago Pinetto
Melini Giuseppe
Melli Ennio
Melzi Mari
Messaggi Alberto
Milanesi A. Nino
Milani Angelo
Milesi Antonietta
Milesi Domenico
Minelli Aldo
Moggio Bruno
Monaro Giovanni
Monge Silvio
Mongelli Michela
Montarsolo Pietro
Monteroso Mario
Morbidelli Eugenio
Moretti Egidio
Morettini Angelo
Nava Angelo
Nava Francesco
Nava Luigi
Nervosi Casimiro
Nicoli Giordano
Nunziati Spartaco
Paccagnella Francesco
Paganessi Mariano
Pagliari Giuseppe
Palazzetti Lorenzo
Palma Aldo
Palmerani Giuseppe
Paltrinieri Orazio
Panseri Giosue'
Panzeri Mario
Parietti Felice
Parisi Francesco
Parodi Siro
Pasinetti arturo
Pasqualini Rodolfo
Pasqualotto Arcangelo
Pasquini Luigi
Pedergnana Riccardo
Pedrazzo Gino
Pellati Alberto
Giuseppe
Pellegrinelli
Gianfranco
Pellini Amgelo
Pennacchia Amedeo
Perazzo Luigi
Perego Alfredo
Perego Mario Cirillo
Persiani Emilio
Pezzotta Costantino
Pezzotta Mario
Piacentini Fedele
Piantoni Franco
Piazza Abele
Pizzoli Ferdinando
Pilati Francesco
Pironfi Tancredi
Pisello Tommaso
Pizzi Mario
Pizzoli Paolo
Poletti Mario
Poli Alessandro
Poli Isaia
Pregnoss Elio
Previtali Luigi
Protti Franco
Quaglia Angelo
Radaelli Luigi
Raimondi Giacomo
Raimondo Pietro
Ratti Mario
Ravasio Luigi
Rea Vittorio
Regazzoni Giovanni
Battista
Residano Giuseppe
Respiccio Michele
Ressi Albino
Retti Faustina in
Bertoni
Ricci Carlo
Riceputi Ernesto
Rinaldi Claudio
Rinaldi Giovanni
Rinaldi Glauco
Rinaldi Lorenzo
Matteo
Rinaldi Mario
Riva Giuseppe
Rocchetti Giuseppe
Rodari Ubaldo
Rodigliari Giuseppe
Roncalli Giacomo
Roncalli Mario
Tarcisio
Rondalli Giuseppe
Ronzi Arnoldo
Rosa Paolo
Rossi Bruno
Rossi Giovanni
Rossi Gustavo
Rota Antonio
Rota Flaminio
Rota Mario
Roveda Fernando
Ruffioni Lino
Rupiti Giovanni
Saiu Grazziella
Sala Franco
Salvi Battista
Salvi Bortolo
Salvi Roberto
Santinelli Augusto
Scaglia Agostino
Scarlatta Renzo
Scarpellini Gianfredo
Scarpellini Gualtiero
Scarpellini Pino
Scarpellini Virginio
Schwalger Mario
Sciamanna C.
Sciuto Antonio
Serla Vittorio
Serughetti Sperandio
Sgroi Franco
Sironi Guido
Signorelli Ernesto
Signorelli Ferdinando
Sirtoli Silvio
Sirtoli Virginio
Sollani Wolmer
Sommella Carmine
Sonzogni Francesco
Sozzi Giorgio
Sozzi Latino
Spano Vincenzo
Sparaco Antonio
Suardi Isaia
Tassinari Bruno
Tarzia Ugo
Tassinari Bruno
Terzi Giacomo
Terzi Renato
Testa Francesco
Tirabassi Giulio
Tironi Vittorio
Tomba Achille
Trecca Ercole
Turlacchi Giovanni
Ubbiali Biagio
Ubbiali Matteo
Valentini Ugo
Valenza Giovanni
Vavassori Marino
Verbecaro Vincenzo
Viario Gianfranco
Vigini Vittorio
Villa Giuseppe
Zado Adriano
Zain Graziella
Zambiasi Pietro
Walter
Zanini Giancarlo
Zibetti Alessandro
Ziliani Antonio
Zoppa Michele
Zoppetti A.
ELENCO DEI FASCISTI
CADUTI DOPO IL 25 APRILE 1945
L'ELENCO ESCLUDE 250
CADUTI NON IDENTIFICATI
Agazzi Gianfranco
Aceri Giuseppe
Aletto Antonino
Ambrosini Ernesto
Ambrosioni Lorenzo
Andreoletti
Cristoforo
Andreoli Irma
Andrisano Ermanno
Angeretti Luciano
Angrisech Michele
Annino Ottorino
Antonelli Dario
Anzaldi Domenico
Arminio Ottavio
Arnoldi Giuseppe
Arrighetti Saverio
Arrigoni Riccardo
Aversa Antonio
Balsamo Vincenzo
Banci Carlo
Barbato Epaminonda
Barcella Olivio
Basile Antonio
Battaglia Antonio
Battaglia Giuseppe
Baurel Rudolf
Belloli Isidoro
Bendotti Mario
Benvenuti Livio
Beretta Angelo
Beretta Giovanni
Battista
Beretta Ulisse
Berizzi Angelo
Bernardini Mario
Bertocchi Angelo
Bettineschi Fiorino
Biava Beniamino
Bilardo Alfredo
Birelini Paolo
Boccazzi Renzo
Boffetti Ugo
Bolis Luigi
Bondioli Aldo
Bonfanti Patrizio
Bonomi Giuseppe
Brina Augusto
Bugini Angelo
Bulgarelli Alfredo
Bulzinetti Antonio
Camera Giovanni
Capitanio Camillo
Cappelli Francesco
Carissimi Battista
Carminati Giovanni
Carsaniga Valerio
Bartolomeo
Cassis Carlo Luigi
Castagneri Aldo
Cavagna Carlo
Cavalleri Vittorio
Cereta Mario
Colombo Riccardo
Comi Luigi
Costanzi Egidio
Cristini Angelo
Cristini Fernando
Cristini Giorgio
Cristini Giuseppe
Enea
Cristini Luca
Daco' Ferruccio
Dal Dura Alessandro
De Lupis Amerigo
De Vecchi Francesco
Degianti Giuseppa
Degli Esposti
Ferruccio
Dell'Armi Silvano
Di Domenico Salvatore
Di Glaudi Giuseppa
Dilzeni Bruno
Dolci Aldo
Donati Luigi Procolo
Donghi Aristide
Donghi Cesare
Epis Mario
Farano Francesco
Farina Mario
Farina Vittorio
Femminini Giorgio
Fenaroli Ottavio
Fenili Giuseppe
Ferlan Romano
Ferrari Mario
Festa Antonio
Finazzi Carlo
Fiorendi Angelo
Fodera Carlo
Fontana Antonio
Fontana Vincenzo
Foresti Giuseppe
Fornelli Virginio
Fraja Bruno
Fusari Lorenzo
Gaia Berti Carlo
Galli Elio
Galli Lillo
Gallozzi Ferruccio
Garofalo Francesco
Gerra Giovanni
Gervasoni Augusto
Ghedini Vittorio
Gherardini Vittorio
Ghisalberti
Giamporcaro Vito
Giorgi Mario
Giudici Giovanni
Giuntini Giuntino
Glani Alberto
Glisenti Piero
Grippando Balilla
Gritti Giuseppe
Gualco Giovanni
Battista
Gualdi
Gualdi Angelo
Gualtieri Fermo
Gusmini Angelo
Guzzini Massimo
Impellitteri Michele
Innorta Francesco
Invernizzi Paolo
Jacobazzi Giovanni
Lagna Francesco
Romano
Lamacchia Ruggero
Lamberti Marcello
Lapparelli Giovanni
Lazzarini Emilio
Le Pera Emilio
Locatelli Albino
Longaretti Giacinto
Lopez Angelo
Lozza Giovanni
Lucarelli Tarcisio
Macchi Kleber
Maggioni Eugenio
Magni Giuseppe
Mancini Giuseppe
Alessandro
Manenti Giovanni
Mangili Cesare
Manini Alessandro
Manna Nemesio
Marasco Aurelio
Marchiondelli Davide
Mariano Francesco
Marino Antonio
Marino Enrico
Marinoni Carlo
Martina Simeone
Martinolli
Massara
Mazzoleni Ernesto
Medaglia Carlo
Domenico
Mercandalli Carlo
Messaggi Alberto
Milanesi Angelo Nino
Mile Antonia in Toppi
Modolo Antonio
Montalbano Ettore
Moratti Mario
Morbidelli Eugenio
Morieni Daniele
Morlini Andrea
Morosini Adriana
Mugnai Vasco
Novaria Giacomo
Nozza Giovanni
Battista
Nunziati Spartaco
Paccagnella Francesco
Pagani Giovanni
Palazzolo
Panzanelli Roberto
Parietti Ferdinando
Pasinetti Arturo
Pasini
Pasqualy Emilio
Pedergnana Riccardo
Pennacchia Amadeo
Pennacchio Stefano
Persiani Emilio
Petrovic Gorto
Pezzotta Filippo
Pezzotta Isidoro
Pezzotta Sergio
Piacentini Fedele
Piavani Giuseppe
Piellucci Mario
Pilenga Cipriano
Pilenga Giuseppe
Pinetti Franco
Pinnarò Luigi
Piovani Giuseppe
Piovaticci Guido
Pirotta Andrea
Pizzitutti Alfredo
Pizzitto Isidoro
Poli Alessandro
Pomata Franco
Porcarelli Alvaro
Possenti Giovanni
Possenti Stefano
Primini Paolo
Quaglia Angelo
Ragazzi Gianfranco
Raimondi Giacomo
Rampini Vittorio
Randi Giuseppe
Randi Mario
Rasi Sergio
Ravasio Luigi
Reposo Venanzio
Resmini Aldo
Retti Faustina in
Bertoni
Rocchetti Giuseppe
Romano Aureliano
Rossi Giovanni
Rossi Luigi
Rota Giuseppe
Rubino Lorenzo
Ruggeri Vittoria
Sacchi Alberta
Sacchi Iside
Sacchi Plinio
Salvoni Augusto
Sanga Camillo
Santinelli Augusto
Savoldelli Guglielmo
Savoldi Santo
Scarpellini Giacomo
Scolari Giovanni
Serughetti Sperandio
Sgroi
Siboli Giovanni
Sidoli Giuseppe
Siligardi Gioacchino
Sirtoli Pietro
Sirtoli Virginio
Smario Gioachino
Solari Ettore
Spangher Francesco
Stefanini Vincenzo
Stefanoni Ennio
Suardi Giacomo
Subrizi Alfredo
Taffurelli Bruno
Tasca Antonio
Taussig Gabriele
Terigi Pietro Otello
Terranera Italo
Terri Bruno
Terriggia Pietro
Otello
Terzi Giacomo
Testa Angelo
Testa Mario
Tonoli Vittorino
Toppi Guido
Torri Guido
Trimarchi Giuseppe
Truini Eliseo
Uccellini Pietro
Umena Pierino Luigi
Valenza Giovanni
Vanelli Almo
Vanoli Eletto
Varotto Valentino
Guido
Vecchi Giovanna
Vecchi Lorenzo
Vena Luigi
Ventroris
Venturini Venturino
Viligiardi Gioacchino
Villa Carlo
Villa Giuseppe
Visca Ugo
Vucicecich Milos
Zanier Valerio
Zanoletti Alessandro
Zarelli Aldo
Zatelli Arturo
Zenici Valerio
Zibetti Alessandro
Ziliani Antonio
Zingarelli Marco
Zolli Franco
Zucchinali Ambrogio
Zucchinali Angelo
Fonti :
Archivio Baldrati
Onorcaduti caduti R.S.I.
Onorcaduti ricerca sepolture
Elenco Ministro della guerra
dell’ epoca
Dichiarazioni morte presunte
Gazzetta Ufficiale
Sentenze morte presenta
Atti di morte
T. Francesconi:“R.S.I. e
guerra civile nella bergamasca 1943/45”
I PRINCIPALI ECCIDI NELLA BERGAMASCA
I 43 MILITI DELLA LEGIONE TAGLIAMENTO
ANDRISANO Fernando, anni 22
BALSAMO Vincenzo, anni 17
BETTINESCHI Fiorino, anni 18
BULGARELLI Alfredo, anni 18
CARSANIGA Bartolomeo Valerio, anni 21
CRISTINI Fernando anni 21
DELL'ARMI Silvano, anni 16
FONTANA Antonino, anni 20
FONTANA Vincenzo, anni 18
FORESTI Giuseppe, anni 18
GALLOZZI Ferruccio, anni 19
GAROFALO Francesco, anni 19
GRIPPAUDO Balilla, anni 20
MANCINI Giuseppe, anni 20
MARTINELLI Giovanni, anni 20
PANZANELLI Roberto, anni 22
PENNACCHIO Stefano, anni 18
PIOVATICCI Guido, anni 17
PIZZITUTTI Alfredo, anni 17
PORCARELLI Alvaro, anni 20
RAMPINI Vittorio, anni 19
TAFFORELLI Bruno, anni 21
UCCELLINI Pietro, anni 19
28 APRILE -9 GIUGNO - TREVIGLIO
8 MAGGIO – ALGUA DI ZOGNO
LOPEZ ANGELO
MODOLO ANTONIO
PROIETTI C. GIANNI
TUSSIG GABRIELE
17 MAGGIO - ENDINE GAIANO
MAGNI GIUSEPPE
30 APRILE 1945 -
LOVERE
DE LUPIS AMERIGO
ACERI GIUSEPPE
ALETTO ANTONIO
FEMMININI GIORGIO
GIAMPORCARO VITO
MARIANO FRANCESCO
DE VECCHI FRANCESCO
Nei giorni dal 26 al 29 aprile
1945 vengono rinchiusi nella camera di sicurezza della caserma dei carabinieri
di Urgnano, presso Bergamo, 11 fascisti locali, in parte arrestati, in parte
presentatisi spontaneamente ai membri del CLN locale per chiarire la loro
posizione di persone a carico delle quali non pendeva nessuna accusa specifica.
Essi sono:
1) Giuseppe Pilenga, nato a
Urgnano nel 1891, proprietario coi fratelli di una azienda agricola e
commerciale con 30 dipendenti, era stato caporal maggiore del 12° bersaglieri,
poi ardito nella prima guerra mondiale rimanendo ferito tre volte ( a Conca di
Plesso, sul Pasubio e sul Col di Lana) e meritando la Croce di Guerra. Prima
simpatizzante socialista, poi fascista e marcia su Roma, era una figura di
spicco del fascismo bergamasco. Era benvoluto dai suoi dipendenti ai quali
donava, ogni domenica, 5 o 6 chilogrammi di farina di mais. E benvoluto anche
dal resto della popolazione per la sua generosità. In tempo di guerra si era
assunto l’onere di trasportare e distribuire gratuitamente il riso prelevato
nell’Oltrepo pavese. Si presentò al CNL locale il 29 aprile.
2) Cipriano Pilenga, fratello
più giovane di Giuseppe, nato a Cologno al Serio nel 1909, anche lui
bersagliere in Grecia dove nel 1941 meritò la Croce di Guerra. Si presentò col
fratello il 29 aprile.
3) Luciano Angeretti, nato a
Milano nel 1914, aveva militato nelle forze della R.S.I. quale richiamato,
prestando servizio presso il carcere militare milanese di Via Crivelli. Si
presentò il 29 aprile.
4) Luca Cristini, nato a
Urgnano nel 1898, era commissario dei mulini di Bergamo. Fu arrestato il 26
aprile.
5) Luigi Donati, nato a Urgnano
nel 1898, Croce al Merito nella prima guerra mondiale, messo comunale,
arruolato nella Brigata Nera, rientra a Urgnano e si costituisce il 29 aprile
6) Davide Marchiondelli, nato a
Urgnano nel 1906. Commissario Prefettizio di Spirano, rientra a Urgnano e si
ricovera presso certi conoscenti, i Signorelli, che lo denunciano. Viene
arrestato il 28 aprile
7) Mario Moratti, nato a
Urgnano nel 1910, milite della GNR. Si presenta il 29 aprile
8) Giovan Battista Nozza, nato
a Urgnano nel 1884, addetto alla pesa pubblica, Croce al Merito nella prima
guerra mondiale, si presente col Vecchi il 29 aprile.
9) Lorenzo Vecchi, nato nel
1904, impiegato del Consorzio Agrario di Bergamo, cognato di Giuseppe Pilenga,
la cui moglie è sua sorella, si presenta col Nozza il 29 aprile
10) Giovanni Discacciati, che
fu podestà di Urgnano dal 1939 al 1943 viene arrestato il 29 aprile
11) Dino Richelmi, di Spirano,
milite della GNR viene arrestato il 28 aprile.
Il presidente del locale CLN,
pare su istruzioni della Questura di Bergamo, inviò gli 11 fascisti, scortati
da molti partigiani venuti anche da Bergamo, a detta questura.
I primi nove fascisti furono
trattenuti in questura circa un quarto d’ora, dopo di che furono condotti
presso il cimitero di Bergamo e qui, dopo essere stati depredati di tutto,
furono massacrati a raffiche di mitra, dopo essere stati duramente picchiati.
Il Discacciati e il Richelmi
furono risparmiati, non si sa bene perché.
Dopo la guerra le famiglie
chiesero giustizia, facendo anche i nomi di diverse persone ritenute a vario
titolo responsabili, ma la magistratura non riuscì a stabilire responsabilità oggettive e
giustizia, ancora una volta, non fu fatta.
CIMITERO DI AMBRIA
CIMITERO DI AMBRIA TOMBA COMUNE DEI MILITI DELLA G.N.R. TRUCIDATI AD ALGUA. VENNERO IN SEGUITO TRASLATI NEL CAMPO DEI CADUTI R.S.I. DI BERGAMO
COSTANZI EGIDIO
IL PIU' GIOVANI DEI MILITI DELLA G.N.R. DELLA FORESTALE UCCISO AD AMBRIA IL 8 MAGGIO 1945
Lamberto BRINDESI ha
diciassette anni,
nato a Trieste si è trasferito
con la famiglia e vive a Bergamo Alta, è tra i primi Volontari Bersaglieri
della città che accorrono nelle formazioni della R.S.I. Dopo un breve periodo
di addestramento viene assegnato al Btg. “Mameli” che avrà tanti caduti
sull’appenino tosco/emiliano, tra l’ autunno ’44 e l’inverno successivo nel
contrastare l’avanzata degli invasori. Lamberto è tra loro. S’immola a Monte
Acuto, sul Samoggia, meritandosi una medaglia al valore con la seguente
motivazione: “Sempre primo e di esempio nei più cruenti combattimenti, cadde
eroicamente colpito in pieno da una granata nemica mentre in piedi sulla
postazione incitava i suoi camerati a resistere ad oltranza.”
Monte Acuto 26 settembre XXII
5 NOVEMBRE 1944
LA STRAGE DELLA LA
MOTONAVE “ISEO”
Lago d’Iseo – tratta
Tavernola (Bergamo) – Siviano di Monte Isola (Brescia)
La motonave “Iseo” fu colpita alle ore 10.15 del 5 novembre 1944, una
domenica, da una formazione di 9 bombardieri americani scortata da 3
cacciabombardieri. Il bilancio delle vittime è pesantissimo: 4 passeggeri,
lanciatisi in acqua in preda al panico, annegano; altri 39 muoiono in seguito
all’esplosione; i feriti sono 76.
La saletta dell’Iseo con i segni del mitragliamento
I nomi delle vittime:
Adele Archetti, 27 anni, di
Monte Isola-Agostina Archetti, 33 anni, di Iseo-Lisetta Barbieri, 9 mesi, di
Iseo-Maria Barbieri, 9 mesi, di Iseo-Maria Belotti, 10 anni, di Vigolo-Francesco
Bettoni, 53 anni, di Tavernola- Matilde Bianchi, 29 anni, di Sellere (Sovere)-Ornella
Bianchi, 18 anni, di Iseo-Elvira Buffoli, 52 anni, di Iseo-Giuseppe Carrara, 20
anni, di Iseo-Nidia Carta, 36 anni, di Lovere-Maria Colosio, 7 anni, di Monte
Isola-Paolo Dorta, 71 anni, di Iseo-Giuseppe Falciola, 21 anni, di Lovere-Carla
Fiorina, 14 anni, di Riva di Solto-Angelo Frattini, 36 anni, di Castro-Teresa
Guizzetti, 17 anni, di Monte Isola-Bernardina Inverardi, 14 anni, di Iseo-Anna
Maria Lojodice, 1 anno, di Tavernola-Marino Lojodice, 39 anni, di Tavernola-Vincenzo
Lojodice, 6 anni, di Tavernola-Maria Lussignoli, 31 anni, di Predore-Wanda Marilengo,
33 anni, di Iseo-Caterina Martinelli, 37 anni, di Vigolo-Brigida Mazzucchelli,
17 anni, di Monte Isola-Michele Mazzucchelli, 29 anni, di Monte Isola-Calogero
Milia, 52 anni, di Iseo-Mario Negri, 19 anni, di Iseo-Luigi Nervi, 53 anni, di
Riva di Solto-Bianca Pezzini, 28 anni, di Iseo-Antonietta Rivetti, 66 anni, di
Marone-Antonio Rolli, 46 anni, di Riva di Solto-Antonia Scaramuzza, 58 anni, di
Marone-Maria Serioli, 15 anni, di Sale Marasino-Giustina Silini, 33 anni, di
Pisogne-Battista Stoppani, 29 anni, di Lovere-Luigina Viola, 32 anni, di Iseo-Angelo
Zanotti, 30 anni, di Marone-Guido Zenti, 36 anni, di Riva di Solto-Lucia
Ziliani, 21 anni, di Monte Isola-Maria Ziliani, 26 anni, di Monte Isola-Maria
Ziliani, 32 anni, di Monte Isola
MONTE ISOLA NOVEMBRE 1944 FUNERALI DI ALCUNE DELLE VITTIME
LOVERE - 26 aprile 1945
Il Plotone Guastatori del 2° Battaglione (della Tagliamento) agli ordini del vicebrigadiere Amedeo De Lupis si arrese ai partigiani: furono rinchiusi in uno stabile vicino alla parrocchia di Lovere, dove subirono maltrattamenti. Il 30 aprile, il legionario Giorgio Femminini ottenne l’autorizzazione per sposarsi con Laura Cordasco, sorella di un suo commilitone. I due promessi sposi furono accompagnati in chiesa e avevano come testimone il vice brigadiere De Lupis. Ad un certo punto, durante la cerimonia, irruppe in chiesa un gruppo di partigiani non identificati, per fucilare i legionari. Furono uccisi tutti i militi presenti e vi furono anche due feriti tra i civili”
(Leonardo Malatesta in: AA VV - Le Forze Armate della RSI, Firenze 2012)
L' "ECO DI BERGAMO" DEL 16 MAGGIO 1945
CON L' EDITORIALE DAL TITOLO "BASTA PER CARITA'"
A PROPOSITO DELL' ENNESIMO RITROVAMENTO
DI FASCISTI UCCISI E ABBANDONATI SULLA PUBBLICA VIA
Dopo l’ingresso degli angloamericani,
dal 26 aprile, cominciarono gli arresti e le fucilazioni. “L’Eco di Bergamo”
uscì il 27 aprile 1945 con il titolo: “Bergamo nelle mani dei Patrioti”. Giovanni
Rampinelli di 33 anni venne ammazzato
sul Sentierone. Giuseppe Setti, venne assassinato davanti al teatro Donizetti, Mario
Di Stefano, di venticinque anni fu
ucciso in via San Giovanni, all’incrocio con via Pignolo, portato all’ ospedale
morì poco dopo. Alcuni fascisti che non si volevano arrendere si asserragliarono nell’istituto Vittorio Emanuele II, dalle
finestre sparavano ai partigiani che li circondavano. Nonostante l’ appello
lanciato Il 30 Aprile dal prefetto Ezio
Zambianchi le uccisioni continuarono. Sempre il 30 aprile vennero eseguiti trenta arresti, tra
questi Angelo Quaglia, poi fucilato. Nonostante il coprifuoco e gli appelli del
C.N.L. e delle autorità militari gli ultimi giorni di Aprile e i primi di Maggio,
in città e nella provincia, vi furono numerosi morti, tra questi lo scultore
Francesco Spangher. Un altro fu Venturino Venturini, professore di disegno al
liceo. Nel registro del cimitero di Bergamo i nomi dei morti di quei giorni
che risultano sono un’ottantina. Padre La mattina di lunedì 30 Aprile, Padre Ferruccio Gargantini al tempo aveva tredici
anni, passando per via Serassi: «C’era tanta gente lungo il muro del cimitero,
allora mi sono fermato, e ho visto tutti quei morti, li stavano portando via
con le carriole, li portavano al cimitero». La sera della
domenica del 29 Aprile al muro
del cimitero vennero uccisi Giuseppe
Pilenga, Cipriano Pilenga, Luigi Donati, Giovan Battista Nozza, Dino Richelmi, Lorenzo
Vecchi, Luca Cristini, Davide Marchiondelli, Luciano Angeretti. Tutti di Urgnano.
Su “L’Eco di Bergamo” del 1° Maggio il direttore don Spada scriveva : «Tu mi
dici: bisogna cacciar il diavolo adoperando la sua coda stessa! Cacciar via la
violenza con la violenza, l’odio con l’odio. Ahimè! così la vita non ti par
ridotta a un girone dell’inferno dantesco dove i dannati passano e ripassano,
s’allontanano e ritornano, girando chiusi nello stesso implacabile cerchio?». Il
17 Maggio sempre “L’ Eco di Bergamo” riferendosi alle uccisioni esce con un
articolo dal titolo “basta per carità”
.
PRIMI ANNI 50-CIMITERO DI BERGAMO
LE TOMBE DEI CADUTI DELLA R.S.I.
Primi anni '50 -Tombe dei Caduti della
R.S.I. lasciate ai margini del Cimitero
1959 - Il Campo dei caduti della R.S.I. voluto e realizzato
dalla Signora Adele Trevisan Arrigoni, delegata provinciale dell' Ass. Naz.
Famiglie Caduti e Dispersi della R.S.I
1.11.1959 - Le Orfane di Guerra
rendono Omaggio ai Caduti della Repubblica Sociale Italiana
FEBBRAIO 1944 - PIAZZA VITTORIO VENETO
LE FORZE ARMATE REPUBBLICANE RENDONO GLI ONORI
DURANTE LA CERIMONIA DI GIURAMENTO ALLA R.S.I.
BERGAMO 1944 "PORTA NUOVA"
IL 28 0TTOBRE 1943 INIZIA LA
PUBBLICAZIONE
IL QUOTIDIANO “VOCE REPUBBLICANA”
COME VOCE DEL FASCIO
BERGAMASCO
SOTTO LA DIREZIONE DI ARTURO ABATI, CAPO REDATTORE FRANCO GRAGIS
QUOTIDIANI DI BERGAMO DELL'APRILE 1945
L' ECO DI BERGAMO
IL GIORNALE DEL POPOLO
Dopo
il 25 aprile numerose furono le uccisioni sommarie
perpetrate in Bergamo e
provincia
Il
maestro di musica Alfredo Subrizi, l’ impiegato statale Riccardo Pedregnana, il
capitano Antonio Marino, l’ elettricista Ulisse Beretta, l’ impiegato
Giuseppe Fenili, il meccanico Mario
Farina, l’operaio Augusto Salvani, prelevato sul Sentierone e fucilato nel
cortile della Prefettura, non essendo morto all’istante fu finito a pugnalate. Lo scultore Francesco Spangher fu fatto
precipitare dalla botola della Rocca. L’ assassinio del professor Venturino
Venturini, di sessantotto anni, insegnante di liceo, che chiese di poter mettere
gli occhiali per vedere in faccia chi lo uccideva. Il tedesco, cappellano
militare cattolico, Hlins Fastbander, fu
trovato, con altri, sul retro del Cimitero Monumentale, luogo usato per le
esecuzioni notturne. Ritrovamenti di salme d’assassinati avvennero in diverse
località: Riccardo Pedregnana fu ucciso presso il cimitero di Valtesse, Mario
Farino presso l’oratorio della stessa località, il Sottotenente Giovanni
Jacobazzi, in via Tremana. In Castagneta il Tenente Massimo Guzzini e Agostino
Santinelli, in Borgo Palazzo il Maggiore Emilio Lazzarini; sempre in Borgo
Palazzo contro il muro dell’ospedale il Capitano Antonio Marino. A Rovetta, il
28 Aprile furono assassinati 43 giovani della ne Tagliamento: Il più vecchio
dei legionari, Fernando Andrisan aveva 22 anni, il più giovane, Carlo Banci, ne
aveva solo 15. Gli altri: Dilzeni, Fontana, Grippaudo, Marino, Mancini,
Martinelli, Porcarelli, Solari, Umana avevano 20 anni. Cavagna, foresti, Fraia,
Gallozzi, Garofolo, Rampini, Randi, Terranera, Uccellini, Villa, Zarelli, 19
anni. Bulgarelli, Bettineschi, Farlan, Fontana, Guerra, Pennacchio, 18 anni. Balsamo,
Lagna, Piellucci, Piovaticci, Pizzitutti, Rasi, 17 anni. Dell’ Armi, Giogi e
Mario Randi ucciso col fratello Giuseppe di 19 anni, 16 anni. Il 29 Aprile ad
Urgnano furono prelevati i fratelli, Giuseppe e Cipriano Pilenga, il podestà
Luca Cristini, il dipendente comunale Luigi Donati, gli impiegati Ruggero La
Macchia e Davide Marchiondelli, il milite della G.N.R. Mario Muratti e Giuseppe
Piovani, mutilato della prima guerra mondiale: tutti assassinati presso il
cimitero di Bergamo. L’ 8 Maggio ad Algua, in Val Brembana, furono uccisi il Tenente Gabriele Taussing, l’aiutante
Giustino Giustini, il Brigadiere Marcello Lamberti, il Vice Brigadiere Valerio
Zanier. Il 17 Maggio ad Endine Gaiano,
furono assassinati otto operai tra loro: Lorenzo Rubino, Mario Benedetti,
Giovanni Camera e Giuseppe Magni. Il 3
Maggio a Caravaggio fu ucciso l’ingegner Michele Solivari. A Romano di
Lombardia il 16 Maggio furono uccisi:
Carlo Finazzi, Antonio Mansueri, Paolo Primi e Augusto Brina. Il Capitano Aldo Resmini fu trucidato il 20
Maggio e il 28 Maggio fu assassinato sulla porta di casa il ragionier Carlo
Fontana. La lista degli assassinati a Bergamo e in provincia sarebbe ancora
lunga; le uccisioni accertate, perpetrate dopo il 24 Aprile, contano 247
persone. Innumerevoli furono i casi di fascisti “suicidati”.
Caduti II Battaglione Volontari Bersaglieri Goffredo Mameli
IN EVIDENZA I CADUTI BERGAMASCHI